Ci ho messo un po’ a recensire questo spettacolo, l’ultimo della già ampiamente citata rassegna “Illecite//Visioni” del Teatro Filodrammatici, che poi è passato a Brescia e che debutterà all’Eliseo di Roma nel maggio del prossimo anno. Ci ho messo qualche giorno, ma non perchè mi sia piaciuto particolarmente e non avessi parole per descriverlo. Piuttosto perchè non mi è piaciuto e vi ho cercato, con fatica, spunti interessanti.
Atto unico prodotto da Fuxia, scritto a quattro mani da Saverio Aversa e Fabio Grossi, diretto da quest’ultimo, vuole essere un omaggio a un personaggio purtroppo dimenticato da questa parte dell Alpi: il giurista, poeta e scrittore tedesco vissuto nell’800 Karl Heinrich Ulrichs, considerato uno dei capostipiti del movimento di liberazione omosessuale.
Annoverato come il primo gay ad aver fatto coming out, atto che gli costò il rifiuto della società e della famiglia nella repressiva Germania guglielmina, fine latinista e fondatore di una rivista appunto in latino, ha coniato il termine uranisti con cui definire quelli che successivamente sarebbero stati universalmente chiamati omosessuali, e fu il primo a parlare apertamente e spendersi per i diritti delle persone lgb. Ha fondato le sue teorie sull’affermazione dell’amore come espressione naturale di pulsioni con un fondamento biologico oltre che emotivo proprie di ogni essere umano, e pertanto meritevoli di rispetto e incoraggiamento indipendentemente dal sesso di chi ne è oggetto. Dopo essersi autoesiliato dall’ostile Germania, Ullrich troverà rifugio in Italia e, molto malato, a L’Aquila, morirà nel 1895 ospite del marchese Persichetti.
E proprio sul suo letto di morte, in una stanza di villa Persichetti, ha inizio lo spettacolo di Fabio Grossi, interpretato da Fabio Pasquini e Francesco Maccarinelli e con un cameo “virtuale” di Leo Gullotta. Assistito da una statuaria incarnazione della sua memoria, il nostro Ullrich morente ripercorre a ritroso nel tempo, attraverso un lungo flashback, incontri e situazioni di un’esistenza coraggiosa e piena di dignità, ricostruiti con videoproiezioni dallo stile vintage. Dai primi amori (come l’insegnante di equitazione che lo sedusse appena quattordicenne), agli incontri occasionali con marinai e ussari, alle appassionate arringhe in favore della depenalizzazione dell’omosessualità, alla dichiarazione pubblica delle sue inclinazioni, che gli valse il licenziamento come legale presso la corte distrettuale di Hildescheim in Hannover e il biasimo sociale.
Tanti erano i modi per omaggiare questo Harvey Milk ante-litteram. Purtroppo il regista ha scelto la via peggiore: quella della retorica. Il rischio infatti di scivolare in uno stucchevolissmo biopic lordo di orgoglio omosessuale (condivisibile sì, ma qui ridondante), infarcito di cliché era infatti dietro l’angolo. E con “L’enigma dell’amore”, in più di un’occasione ci siamo cascati con tutte le scarpe.
La nudità (per quanto godibile) dei protagonisti, non aggiunge niente allo spettacolo. E’ totalmente fine a se stessa. Soprattutto quella di Maccarinello, con quell’aria aristocratica-delavé che sa un po’ di Helmut Berger (avete presente il Ludwig di Luchino Visconti?). Alter ego, nemesi e sorta di Virgilio della memoria, volto degli amori passati del protagonista, è costretto a passare l’intera rappresentazione in perenne posa da scultura greca, in parte pudicamente coperta da una lunga gonna di voile che certo non l’ha aiutato nell’interpretazione (per altro valida, se si eccettua quella generale patina passatista che non ha contribuito ad alleggerire il tutto). Così come ridicola è la scena finale della bandiera arcobaleno estratta dal letto dove giace l’ormai defunto Ullrich, sullo sfondo delle immagini del Gay Pride e con l’aria più famosa della Butterfly in chiave pop come accompagnamento musicale. In un tripudio di nubi di fumo, glitter dorati e atmosfera queer si aveva più la sensazione di stare per assistere a uno spettacolo di dragqueen anni ’80 che non a una pièce teatrale.
Banalità e stereotipi a go-go. Più propaganda militante che buona prosa.
Per saperne di più:
http://www.youtube.com/watch?v=SjjWdvk9B-8
http://www.teatroeliseo.it/spettacolo.php?id=127
http://teatro.persinsala.it/lenigma-dellamore/8890
http://www.cinemagay.it/dosart.asp?ID=31688
http://www.teatrofilodrammatici.eu/website/?page_id=2105