Dinner in the dark – cap.5 – Non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi

Sabato scorso chi si trovava a passeggiare per San Babila e abbia attraversato la storica Galleria del Toro, si sarà certamente imbattuto, con stupore e curiosità, in un gran numero di tavolate surreali e di commensali chic in maschera e total look black. Si trattava del 5° capitolo (secondo esperimento in “dark”) del fortunato gruppo  “Cena con me”.

(cercatelo e iniziate a seguirlo qui:

https://www.facebook.com/#!/groups/1389588434590040/)

 

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 “Cena con me” è un esperimento (ma anche una comunità virtuale) nato dalla creatività del premiato duo Rossana Ciocca-Alessandra Cortellazzi, con l’intento di riappropriarsi con garbo, eleganza e un pizzico di ironia di spazi urbani di Milano altrimenti dimenticati, o al massimo considerati (non)luoghi di passaggio (come, ad esempio, il mezzanino della metropolitana di Porta Venezia, location per la seconda cena in dark, nell’autunno scorso, o la rinata piazza XXV aprile, teatro della cena in bianco dello scorso luglio).

 

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 Come nasce?… In principio fu la primissima Cena in bianco milanese. Tenutasi nel luglio 2012 nella magica cornice dell’Arco della pace, in contemporanea a quella di Torino, traeva ispirazione dall’esempio di altre grandi città (Parigi in testa) dove l’esperienza si ripete da anni. Da allora si sono succeduti altri 4 capitoli, di cui la “dinner in the dark” di sabato scorso è appunto il 5° attesissimo appuntamento, con in più l’abbinamento di una maschera all’outfit “all black” che ha dato quell’allure ancora più misteriosa e magica alla cena, trasformando per una sera una galleria quasi dimenticata di Milano in una novello salone delle feste d’altri tempi. Unici tocchi di colore, per così dire, di questa edizione noir sono stati nuvole di palloncini rosa che aleggiavano a mezz’aria in mezzo ai commensali e che poi sono stati distribuiti ai partecipanti. Si trattava di allestimenti dell’associazione Bra Day Italy che si occupa della consapevolezza sulla ricostruzione mammaria, a dimostrazione che il segno di queste cene non è solo quello della mondanità, ma anche dell’amore. Per i luoghi che le ospitano, e per le persone.

maschera                       palloncini

Ma come è già stato più volte detto, in primis dalle penne di Vanity Fair che in questi due anni hanno sempre dato notevole risonanza a questi eventi ormai imperdibili, non chiamateli pic-nic, non chiamateli flash mob. Le “dinner” di “Cena con me” sono qualcosa di più…

 Sono veri e proprio esperimenti social dove tutti sono/siamo protagonisti, ancora prima che ci si sieda a tavola. Tutti i partecipanti sono infatti contemporaneamente spettatori e attori di un incanto che si ripete ogni volta, ospiti e “padroni di casa”.

 Come funziona?… Un gruppo (sempre crescente) di sconosciuti si dà appuntamento in un luogo pubblico della città tenuto segreto fino all’ultimo momento, carichi di tavoli pieghevoli, sedie da campeggio, vettovaglie e stoviglie, e allestiscono tavolate (tutt’altro che) improvvisate. Apparecchiano con tovaglie rigorosamente di materiali preziosi, piatti rigorosamente in porcellana, posate d’argento e flute di cristallo che si riempiono ben presto di manicaretti da gourmet, bollicine e vino, il tutto condito da una grande dose di creatività e buongusto nella realizzazione di mise-en-place ogni volta più chic e strabilianti.  Banditi invece plastica, materiali usa e getta (dozzinali e inquinanti), trash-food e tutto quanto non suggerisca raffinatezza e, in una parola, bellezza!

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Il rituale si ripete sempre con le stesse modalità, ma sempre diverso. Se infatti le cene in “total white” danno il benvenuto all’estate comunicando solarità, luce, freschezza, le cene in dark sono all’insegna dell’eleganza  e del mistero.  Trait d’union, cifra stilistica di tutte le “Cene con me” e dei suoi sempre più numerosi ed entusiasti partecipanti sono la classe, lo stile, il glamour, ma soprattutto il piacere di stare insieme, il senso di inclusione, la capacità di gestire gli imprevisti, la voglia di spostare il proprio tavolo per far spazio a quello dei vicini e fare conoscenza, lo spirito di adattamento e, per finire, la discrezione con cui centinaia di persone in abito da sera chiudono tavolini e raccolgono rifiuti scomparendo nella notte e lasciando il luogo che li ha  ospitati assolutamente uguale a come l’hanno trovato, senza lasciare traccia. O forse con un alone di magia in più che ancora aleggia nell’aria…

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Per saperne di più della cena in nero e non solo:

http://www.vanityfair.it/viaggi-traveller/notizie-viaggio/news/13/10/22/dinner-in-the-dark-milano,-le-foto

https://www.facebook.com/#!/groups/1389588434590040/

http://milanohills.wordpress.com/2013/10/22/cena-con-me-dinner-in-milano-milan-black-white-nero-bianco/

http://www.organik-case.com/la-soiree-en-noir/