La linea della bellezza

Si so cosa  state pensando…. Questo mangia pane e D’Annunzio o al massimo fette biscottate spalmate di Oscar Wilde da quando ha messo i denti, e se la tirerà con un polpettone in salsa decadente.

E invece no. Esteta sì. Ma contemporaneo, pur senza rinunciare ai classici all’occorrenza.

Al momento sul mio comodino c’è “La linea della bellezza” di Alan Hollinghurst. E come poteva essere altrimenti. Il tema della bellezza non mi abbandona.

Pubblicato nel 2004 dallo scrittore inglese definito dal Times “l’erede di Henry James” , è la storia dei primi amori e della perdita dell’innocenza di un giovane inglesino che, nell’estate del 1983, si trova ospite della ricca famiglia dell’amico di college di cui è segretamente innamorato il cui padre è un deputato conservatore. Muovendosi tra i preziosi interni della villa di Nottingh Hill e i sobborghi della City, il protagonista Nick verrà iniziato al sesso dal suo primo amore (non platonico), il ragazzo di colore Leo, continuando a palpitare per l’innarrivabile Tony Fadden. La narrazione abbraccerà poi tutti gli anni Ottanta articolandosi in tre parti che scandiranno altrettanti momenti cruciali di Nick, nel suo passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Sullo sfondo la Londra rampante e inquieta dell’era Thatcher, immersa in un’epoca di transizioni,  divisa tra torys e hooligans, baronetti e punk, localacci di periferia dove si parla il cockey e viziosi circoli oxfordiani.

Per adesso sono arrivato solo a pagina 92… ma vi farò sapere…

(To be continued…)

Marchette:

Ed. Oscar Mondadori, collana “contemporanea” , 568 pgg (glab!) , 11 euri (per ora spesi bene)

Degustazione:

si consiglia di sorbire con luce soffusa e un buon bicchiere (ma anche due…)  di Vermentino di Toscana.

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